La tecnologia di oggi e la struttura dei venture capital si è rotta. È un fattore che riguarda qualità e quantità, il consumo che soverchia la creazione, exit veloci che sovrastano una crescita sostenibile, e il profitto di pochi al di sopra di una prosperità condivisa. Si inseguono aziende unicorno fondate sulla “rottura”, invece di sostenere imprese che migliorano, coltivano, collegano. Fondatori, investitori e sostenitori non possono non essere d’accordo sul fatto che si tratti di un gioco a perdere.
Questo è un problema molto attuale. Perché in questo gioco ci stanno un sacco di soldi in ballo. Quando i VC investono in aziende unicorno, pochi fortunati traggono profitti, ma la società soffre. Quando il ritorno di pochi azionisti trionfa a discapito del benessere collettivo, la democrazia stessa è minacciata. La realtà è che questi modelli di business sul lungo periodo possono costituire una reale minaccia.
Facebook – l’ultimo vero unicorno – è stata accusata di diffondere notizie false durante le elezioni presidenziali. Uber è finito nel mirino per il suo sostegno a dubbie agende politiche, per aver tollerato una cultura del lavoro tossica, per aver manipolato i salari dei dipendenti e aver aggirato le leggi. Medium ha fatto marcia indietro dopo aver capito che i contenuti clickbait possono produrre le entrate che gli investitori si aspettano ma minano la missione originaria dei fondatori, ovvero creare un modello di pubblicazione che illumini, informi e riesca a premiare la qualità a discapito della quantità.
Molti articoli ben ragionati sono stati scritti riguardo all’abisso tra il mondo di cui avremmo bisogno ed il mondo così com’è. Oggi, vogliamo procurarci i semi per una soluzione e incoraggiare fondatori, investitori, fondazioni, aziende e i loro soci al riguardo.
Il modello di business per un’azienda è la prima tessera di un domino fatto da una lunga catena di conseguenze. Il breve: il modello di business è il messaggio. Dal modello di business nascono la cultura aziendale e i valori, le strategie di crescita, l’esperienza dell’utente finale e, in ultima analisi, la forma stessa e reale dell’impresa.
Crediamo che lo sviluppo di modelli di business alternativi allo status quo in fase di startup stia diventando la sfida morale del nostro tempo. Questi modelli alternativi sapranno bilanciare il profitto e la mission, promuoveranno la democrazia e sapranno premiare la condivisione del potere e delle risorse. Le imprese che contribuiscono a creare una società più giusta e responsabile ascolteranno, promuoveranno e guarderanno ai bisogni dei consumatori e delle comunità che servono.
Pensiamo alle nostre istituzioni più importanti – giornalismo, sanità, istruzione, governo, il terzo settore delle organizzazioni no-profit e delle imprese sociali – come case su cui poggia la nostra democrazia. Le aziende unicorno vengono ricompensate quando radono al suolo queste istituzioni, quando ne interrompono le funzioni.
Invece, dovremmo premiare le imprese che contribuiscono a ristrutturare queste case. Non possiamo accontentarci di pensare che queste nuove imprese nasceranno per caso. Dobbiamo intenzionalmente costruire le infrastrutture che le nutrano.
Questo nuovo movimento richiede un nuovo simbolo, quindi stiamo sostenendo un nuovo animale simbolo: la zebra. Perché la zebra?
A differenza degli unicorni, le zebre sono reali.
Le aziende zebra hanno sia il bianco che il nero: allo stesso tempo producono profitti e migliorano la società. Non sacrificano uno a discapito dell’altro.
Le zebre sono anche mutualistiche: si riuniscono in gruppi, si proteggono e si conservano l’un l’altro. Danno il loro contributo individuale per una crescita collettiva più forte.
Le aziende zebra sono costruite con una resistenza senza pari e un’efficienza del capitale, fino a quando le condizioni consentono loro di sopravvivere.
Il sistema capitalistico sta fallendo in parte perché stanno venendo a mancare le azienda zebra: parliamo di imprese che producono reddito e che risolvono problemi reali e significativi e intervengono nella “riparazione” dei sistemi sociali esistenti.
Dal contributo di molti pensatori, è stato sviluppato il profilo di un’azienda zebra, cosa fa, cosa rappresenta. Questo grafico confronta un’azienda zebra con la sua immaginaria cugina, l’azienda unicorno.
Nell’ultimo anno sono stati raccolti contributi di molti investitori, fondatori, fondazioni ed opinion leader che credono che le aziende zebra siano cruciali per il successo della nostra società. Eppure, nella lotta per la sopravvivenza, le zebre languono perché non c’è un ambiente che ne favorisca la crescita, per non parlare della mancanza di sostegno che le accompagni fino alla maturità.
Da questi contributi, sono venute fuori le sfide più comuni che le aziende zebra devono affrontare:
Produrre e costruire di più non risolverà le grandi sfide che dobbiamo affrontare oggi. Un’app non risolverà il problema dei senzatetto o non unirà politici aspramente divisi in fazioni. Il vero problema è che non stiamo investendo nel processo e nel tempo necessario per aiutare le istituzioni ad adottare, implementare e misurare il successo delle politiche di innovazione, che siano applicazioni o quant’altro.
Il 3% dei capitali dei fondi viene destinato alle donne e meno del 1% a presone di colore. Anche se le donne avviano il 30% delle imprese, ricevono solo il 5% dei prestiti alle piccole imprese e il 3% dei capitali di rischio. Eppure, le donne che fanno complessivamente un lavoro migliore come founder rispetto a team composti esclusivamente da uomini, dicono di avere un unico obiettivo: costruire aziende redditizie, aziende sostenibili.
Guardiamo al di fuori della Silicon Valley e troveremo aziende zebra davvero promettenti. Ma per i proprietari di imprese esistenti o aspiranti tali non è una prova sufficiente: non otterranno successo finanziario e notorietà e celebrazione mediatica se seguono pratiche commerciali sostenibili. Mancano eroi da emulare, così si basano tutti sul modello della “crescita a tutti i costi”. Immaginate se ogni fondo di investimento destinasse una piccola percentuale agli esperimenti zebra. Indie.vc, un’azienda di investimenti, ha coraggiosamente fatto un passo in questa direzione, ma non dovrebbe essere la sola.
Per le giovani aziende che perseguono sia una mission che il profitto, le strutture esistenti senza scopo di lucro / con scopo di lucro, possono essere proibitive. L’investimento non è solo legale ma fa sprecare la cosa più preziosa di un founder: il tempo. Si perdono mesi alla ricerca di investitori che abbiamo familiarità con entrambi i modelli. È come il problema dell’uovo e della gallina per filantropi, investitori e fondazioni: sono spaventati da modelli nuovi ed alternativi, ma le aziende non possono fornire prove o dimostrazioni perché loro stesse rappresentano quel modello innovativo. Inoltre, il sistema fiscale non premia, né riconosce, forme alternative ai due modelli profit / no-profit. Per il fisco non esiste la formula “50% come profitto, 50% come impatto sociale”. Questo frena gli entusiasmi di molti potenziali investitori.
Gran parte dei fondi destinati all’impact investment è limitata ai mercati delle tecnologie green, microfinanza e salute. Questo mercato immaturo limita l’innovazione in altri settori come il giornalismo o l’istruzione che potrebbero beneficiarne moltissimo.
“Quindi come faranno gli investitori ad ottenere profitto e a mitigare i rischi?” ci si potrebbe chiedere. Dividendi? Equity crowdfunding? Non abbiamo tutte le risposte, ma è evidente come i valori ed il modello di business di un’impresa siano in grado di influenzare negativamente la “base” (#deleteuber). E se fosse vero anche il contrario? Cioè che investitori più illuminati che investono in aziende più illuminate riescono ad ottenere rendimenti più forti? E se le aziende che si sono distinte per qualcosa fossero davvero più redditizie?
Patagonia, Warby Parker, Zingerman’s, Etsy, Mailchimp, Basecamp, e Kickstarter sono un inizio – ma il mondo ha bisogno di molto di più.
Vedi il progetto Zebra unite