Lo sport stravagante che ci attrae ma che possiamo solo fingere di capire vagamente. E questa Olimpiade segna un’occasione importante: il ventesimo anniversario come disciplina olimpica. Negli ultimi due decenni, il gioco di strategia (e anche di spazzamento) ha conquistato devoti, proposto misteri della fisica e si è guadagnato il rispetto che si merita come disciplina molto più impegnativa fisicamente di quanto sembri.
-4,5 ℃: la temperatura perfetta del ghiaccio nel curling
19 kg: il peso medio della pietra da curling
40.000 €: costo delle pietre per un club di curling
30 anni: durata media di una tipica pietra da curling
64: numero di pietre da curling utilizzate ai Giochi olimpici invernali 2014
Il curling entra nelle pagine della storia per mano di un notaio, il quale scrisse che un monaco e il governatore laico dell’abbazia scozzese di Paisley probabilmente stavano “risolvendo qualche discussione o disputa” gettando pietre su uno stagno ghiacciato nel 1540.
Il maestro fiammingo Pieter Bruegel the Elder dipinge qualcosa di molto simile al curling nel Winter Landscape With Skaters and Bird Trap del 1565. Il primo uso del termine “curling” compare nel poema di Henry Adamson del 1620 “The Muses Threnodie, o, Mirthfull Mournings, sulla morte del maestro Gall” – un memoriale ad un amico che, tra le altre cose, possedeva pietre da curling.
Dal 1700, lo sport era abbastanza comune da essere celebrato in versi in modo considerevole, come nel 1771 “Curling: A Poem”, che celebra “la pietra dello stagno” e i giovani “giocondi e rumorosi” che lo praticano.
Nel 1994 si svolsero le prime gare di curling alle Olimpiadi invernali, a Chamoix, in Francia ma fu nel 1998 che il curling diventò ufficialmente una disciplina olimpica. Oggi si svolgono gare maschili, femminili e miste.
Ecco cosa succede: due squadre di quattro giocatori fanno scorrere a turno pietre di granito lucido (le “rocce”) verso un bersaglio circolare segnato sul ghiaccio (“la casa”). I punti sono segnati per le pietre che finiscono più vicino al centro (“bottone”) della casa alla fine di ogni end, una volta che entrambe le squadre hanno lanciato tutte le loro otto pietre. Una gara olimpica è composta da dieci end. La tecnica viene sia dal membro del team che rilascia la pietra – che può determinare il percorso della pietra inducendolo a girare lentamente mentre scivola – e anche da due “spazzini” che lo accompagnano lungo il suo percorso, usando scope per spazzolare il ghiaccio davanti alla pietra. I punteggi vengono stabiliti da un arbitro, il quale, nel caso in cui tutto questo gergo diventasse troppo, potresti semplicemente chiamare come “il tizio dello strumento di misurazione del curling” :D
Hog Line: la linea entro la quale la pietra deve essere liberata. Qui viene impartito il curling, prodotto da una torsione alla maniglia delle Stone
Hogged Stone: una pietra che non raggiunge la hog line più lontana
Bonspiel: torneo di curling
Burned Stone: una pietra in gioco che viene toccata da un giocatore
Hammer: l’ultimo (e più importante) colpo di un end
Blank End: un end in cui nessuna squadra segna
Nonostante la sua lunga storia, l’essenza del curling ha a lungo sconcertato i fisici. Una stone si curverà nella stessa direzione in cui gira. Questa è una stranezza: se giri un bicchiere su un tavolo, questo si curva nella direzione opposta.
Nel corso degli anni ci sono state teorie in competizione per spiegare il fenomeno, che hanno visto contrapposti gli scienziati di Svezia e Canada l’uno contro l’altro (entrambi i paesi hanno vinto medaglie d’oro a curling).
Gli svedesi sostengono che il granito dal bordo di entrata della stone produce piccoli tagli nel ghiaccio, che poi spingono la pietra mentre vi scivola sopra. Il fisico canadese Mark Shegelski sostiene che la stone si inclina in avanti, creando una pressione sul ghiaccio, che fa sì che il ghiaccio si sciolga, riducendo l’attrito nella parte anteriore della stone, così la rotazione dalla parte posteriore della stone causa il percorso di curling.
In un articolo pubblicato di recente, Shegalski presenta una formula che sembra esprimere esattamente ciò che accade alla stone mentre scivola giù nel ghiaccio.
Nel 2015, la nuova tecnologia ha iniziato a fare a pezzi il mondo del curling. Il “tessuto direzionale” sulle scope ha permesso agli spazzini un controllo senza precedenti sulla traiettoria delle pietre e ha cambiato il modo in cui viene effettuato lo spazzamento. Un funzionario di Curling Canada ha paragonato avere i cosiddetti Frankenbrooms a “avere una pietra con un volante sopra”.
Un chimico canadese e un curler amatoriale convocarono uno “Sweeping Summit” e introdussero il tessuto Nylon Oxford 420D, che si dimostrò perfetto per il compito di spazzare.
Tutte le stone olimpiche da curling provengono da un unico luogo: Ailsa Craig, un santuario di 220 acri a 10 miglia al largo delle coste della Scozia. Circa 2.000 tonnellate di granito sono sufficienti per un decennio di produzione, il tutto fatto dal centenario Kays Curling di Ayrshire, in Scozia. Le pietre costano circa £ 425, o 600 €, ciascuna. L’intrusione vulcanica, una montagna di magma raffreddato rapidamente, è una buona fonte di microgranito, che è forte e denso a causa del materiale uniforme delle dimensioni del grano, che consente di scivolare bene e sopravvivere a decenni di collisioni.