Se avete mai provate a citare @Apple su Twitter o a fare like alla sua pagina Facebook, sapete già di cosa sto parlando. Quest’ultima è una specie di città fantasma, ovviamente verificata, con qualche milione di fan e nient’altro. Su Twitter stessa cosa: account aperto nel settembre del 2011 e zero tweet, zero following, niente di niente. Apple non comunica sui social, chissà se nel frattempo ci ascolta, almeno.
Questa lunga storia di indifferenza ha sempre sorpreso gli analisti. Le cose sembravano destinate a cambiare quando un paio di anni fa la Mela assunse Musa Tariq come Head of Social Media. Tariq ha un passato in Nike come global senior director dei social media e in Burberry come direttore del digital marketing.
First day of school. Hope the other kids like me!
— Musa Tariq (@MusaTariq) August 4, 2014
Ma da allora nulla è cambiato, silenzio come al solito e mi chiedo cosa faccia Tatiq tutto il giorno alla Apple. C’è solo un piccolo timidissimo segnale di apertura: in occasione dell’evento del 7 settembre 16, Apple ha azzardato un’uscita pubblicitaria su Twitter:
September 7 at 10 a.m. PT
Watch the event on https://t.co/yLa2e4Xr2R.
RT for a reminder on event day. #AppleEvent pic.twitter.com/e9MHNkLeoi— Apple (@Apple) September 2, 2016
Che sia l’inizio di una nuova era del digital marketing per Apple? Per ora, niente di certo. E non possiamo non chiederci: perché Apple ignora i Social Media? Apple è anti-social?
Credo sia un misto di opportunità e cultura aziendale a tenere la società di Cupertino lontano dai social. In passato si sarebbe fantasticato sul fatto che l’assenza rifletteva un’impostazione – arrogante – di Steve Jobs che per primo non utilizzava i social. C’è da dire che quest’indifferenza non è totale e che i prodotti Apple come iTunes o Apple Music usano normalmente i social, è una questione relativa al Brand.
Ho provato a riassumere queste ragioni:
In questi giorni esce l’iPhone 7 e in rete come al bar non si parla d’altro. Apple non ha bisogno di creare o alimentare la conversazione intorno ai suoi progetti o prodotti: la comunicazione è spontanea e virale e si alimenta da sola. L’impresa crea un terreno fertile per la conversazione a colpi di prodotti di qualità, un pizzico di segretezza, tanta attesa ed eventi esclusivi di presentazione. Questi ingredienti, sapientemente miscelati dalle PR, consentono ad Apple di godere di una copertura mediatica globale e capillare a tutti i livelli e attraverso qualsiasi media.
Anche per il 2016 Apple si conferma il marchio che vale di più al mondo con 146 miliardi di valorizzazione. In seconda posizione Google (94 miliardi) e in terza Samsung (83 miliardi circa). È già il numero uno dei Brand e non aggiungo altro.
“Fidelizzare i propri clienti“. “Fornire un servizio di assistenza immediato e di qualità“. Due grandi mantra del social media marketing. Il punto è che anche senza utilizzare i social il brand Apple gode del più alto indice di fidelizzazione dei clienti nella sua categoria (fonte) e ha a disposizione uno dei migliori customer service al mondo.
Sappiamo che non si può non comunicare. E anche il silenzio o l’assenza comunica qualcosa, a volta con maggiore forza delle parole stesse. Non possiamo dire che Apple non abbia bisogno di una presenza sui social network né come andrebbero le cose se invece fosse presente. La realtà è che Apple gode di livelli altissimi di loyalty, awareness, buzz naturale e globale.
Quindi buttate via ogni manuale da social media manager e impariamo qualcosa di nuovo.
Quando l’idea fondante di un’azienda è solida e applicata bene in ogni funzione o attività d’impresa, si ha la possibilità di scegliere la propria rotta, che può essere anche diametralmente opposta a quella dei propri concorrenti. Si può scegliere come e cosa dire ai propri clienti, quali mezzi attivare e quali no, seguire strade poco battute, forse rischiose ma altamente distintive.
La comunicazione in generale, e la pubblicità in particolare, non potranno mai – mai – sostituire una solida visione d’impresa. Quando non c’è, bisogna stare attenti a scoprirsi perché per le aziende non sempre vale il detto “bene o male, purché se ne parli“.
Ma quando la vision c’è ed è buona, allora le possibilità sono infinite. Ed Apple ci dimostra che anche astenersi dalla social conversation può essere una valida possibilità. Soprattutto se consideriamo quest’astensione come un fatto “leggero”, una sorta di vezzo che solo il marchio con il più alto valore al mondo può permettersi.