Jing-Jin-Ji è una città che non trovate su nessuna cartina perché ancora non esiste. Sarà una megalopoli da 130 milioni di abitanti, con una superficie più grande della Corea del Sud e sorgerà nell’area che comprende le città di Pechino, la città portuale di Tianjin e la vicina provincia di Hebei.
Al progetto si lavora dagli anni ’80 ma solo qualche mese fa il presidente cinese lo ha abbracciato ed ha autorizzato i primi lavori che riguardano la costruzione di una linea ferroviaria che migliori sensibilmente i collegamenti tra le zone: lunghezza totale di 1.100 chilometri, costo di oltre 36 miliardi di dollari e conclusione prevista per il 2020.
Nella nuova grande città, Pechino rafforzerà il suo ruolo di capitale, sarà un centro politico, culturale, tecnologico e delle comunicazioni. Tianjin sarà un centro per la ricerca e lo sviluppo nel settore manifatturiero, ma anche il centro del trasporto marittimo internazionale della Cina del nord. Alla provincia di Hebei si affiderà la concentrazione e lo sviluppo della manifattura.
In molti sono preoccupati di come il progetto si occuperà delle abitazioni e delle condizioni di vita dei lavoratori: si teme che il forte impianto speculativo dell’investimento andrà a discapito delle risorse e dei servizi a favore delle famiglie. In particolare, gli abitanti delle aree già urbanizzate temono che il governo userà i fondi in altre aree e che gli spostamenti diventeranno sempre più pesanti da sostenere. Già ospedali e scuole sono sovraffollate ed alcune aree non ricevono i fondi necessari.
I dettagli sulle tempistiche del progetto restano fumosi. L’integrazione sarà una sfida notevole.