C’è una rassegna che cerca di indagare lo scenario contemporaneo in Palestina mettendo al centro della riflessione il ruolo della donna, per i processi culturali che sa attivare e per come sa mettere in discussione confini e narrazioni dominanti. Dopo 69 di occupazione dal 1948 e soprattutto a 50 anni dalla guerra dei sei giorni nel 1967, abbiamo bisogno di un racconto alternativo, più ricco.
Parlo di Femminile Palestinese, un progetto sostenuto e promosso dal Centro di Produzione Teatrale Casa del Contemporaneo e curato da Maria Rosaria Greco. La rassegna, giunta quest’anno alla sua quarta edizione, è scandita dalla presenza di giornaliste, arabiste, registe, studiose della cultura e della società palestinese.
Quest’edizione, Femminile Palestinese ospita il regista e visual artist palestinese Amer Shomali e il suo ultimo film, The Wanted 18 (Palestina-Canada- Francia-2014). Shomali sarà in Italia dal 26 al 30 ottobre tra Salerno, Napoli e Roma per proiezioni e dibattiti che si svolgeranno all’Università di Salerno, all’Accademia delle Belle Arti e al MADRE di Napoli ed, infine, a La Sapienza di Roma.
The Wanted 18 è un gioiello che combina animazione e stop-motion, interviste, disegni originali ed immagini d’archivio per raccontare uno scorcio della Prima Intifada, attraverso gli occhi di una piccola comunità. Il film, candidato agli Oscar 2016, nella categoria delle pellicole in lingua straniera, racconta una storia al femminile realmente accaduta: le diciotto ricercate sono mucche, ritenute “pericolose per la sicurezza di Israele”.
Siamo a Beit Sahour, alle porte di Betlemme, in Cisgiordania ed è il 1987. È in corso la sollevazione popolare contro l’occupazione israeliana, la Prima Intifada, e gli abitanti della piccola comunità, decidono di boicottare i prodotti israeliani, incluso il latte. Acquistano le 18 mucche ed iniziano a produrre e smerciare il latte: l’Intifada Milk riscuote un certo successo, tanto da cominciare a dar fastidio ad Israele. Nel caseificio fa irruzione l’esercito israeliano che fotografa le mucche e le dichiara wanted. Inizia così la fuga delle mucche ricercate, di casa in casa.
Le 18 mucche diventano il simbolo di una cieca ed insensata repressione che finisce per fare di un gruppo di animali, il suo bersaglio. Ma anche, e soprattutto, di un ideale di indipendenza con spirito di lotta e cooperazione perché, come conclude lo stesso Shomali, narratore nel film, “è necessario ostinarsi a credere nell’utopia”.
Trovate tutti i dettagli degli appuntamenti di Salerno (26 ottobre/UNISA), Napoli (27 ottobre / Accademia delle Belle Arti + 29 Ottobre / Museo MADRE) e Roma (30 ottobre / Università La Sapienza) sul sito Femminile Palestinese, sulla pagina Facebook oppure scaricando il programma completo qui.
Tra gli altri appuntamenti più interessanti di quest’edizione, vi segnalo quello con Fidaa Ibrahim Abuhamdieh chef, blogger palestinese e autrice, insieme a Silvia Chiarantini, del libro Pop Palestine. Viaggio nella cucina popolare palestinese (seguite il canale Youtube di Pop Palestine Cuisine). Fidaa terrà a Salerno tra il 16 ed il 17 novembre un corso di cucina popolare palestinese: hummus e falafel, spezie, piatti delle feste, in particolare maqlouba, sono alcuni dei momenti di quello che sarà un vero e proprio viaggio nella cultura gastronomica della Palestina.