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Musica Com’è andata l’industria discografica nel 2023
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L’International Federation of the Phonographic Industry (IFPI) ha pubblicato il suo annuale Global Music Report, raccogliendo statistiche dai mercati di tutto il mondo. In base ai calcoli, i ricavi globali sono cresciuti del 10,2% lo scorso anno a 28,6 miliardi di dollari, un massimo storico.

Fonte: IFPI Global Music Report

Lo streaming continua ad alimentare gran parte della crescita, con una percentuale totale – sia da servizi premium che finanziati da pubblicità – in aumento del +10,4%. La crescita è dovuta in buona parte alle politiche adottate dalle principali piattaforme di streaming, che lo scorso anno hanno aumentato i canoni richiesti per i loro servizi: nel luglio dello scorso anno Spotify aveva aumentato di circa il 10% i prezzi dei suoi abbonamenti in 53 paesi, e tra la fine del 2022 e la metà del 2023 avevano fatto lo stesso anche le principali piattaforme concorrenti.

Inoltre, lo scorso anno per la prima volta il numero di persone abbonate ad almeno una piattaforma di streaming ha superato i 500 milioni.

Lo streaming ha rappresentato il 67,3% dei ricavi totali nel 2023, broadcast e performance il 9,5%, i download il 3,2%. Se si suddivide lo streaming in premium e finanziato tramite pubblicità, il primo genera il 48,9% dei ricavi totali, il secondo il 18,5%.

Fonte: IFPI Global Music Report

L’industria è impegnata a ricercare soluzioni per abbassare la disparità di rendimento tra lo streaming premium e i servizi finanziati dalla pubblicità: parliamo sia degli account gratuiti di Spotify che delle piattaforme di social media che consentono agli utenti di aggiungere musica ai propri contenuti.

L’obiettivo è ottenere più valore dalle varie piattaforme e servizi gratuiti.

L’utilizzo gratuito degli abbonamenti premium per l’upselling è da tempo una priorità per l’industria discografica. Ciò ha funzionato meglio in alcuni mercati rispetto ad altri, e in alcuni paesi – compresi alcuni grandi mercati europei – ci sono molti più abbonati gratuiti rispetto a quelli premium, il che significa meno entrate complessivamente.

Si parla di nuovi modelli ibridi: il potenziale in questa idea potrebbe aumentare man mano che i servizi di streaming troveranno il modo di effettuare pagamenti piccoli e una tantum attraverso le loro app senza dover cedere il 30% ad Apple o Google a seguito delle rispettive regole sui pagamenti in-app.

I tassi di crescita sono stati in realtà più elevati nelle vendite di supporti fisici, che sono aumentate del 13,4%, in parte grazie al rilancio del vinile, ma anche per quello che l’IFPI definisce forti guadagni nei ricavi dei CD. Di conseguenza, nel 2023 il supporto fisico ha rappresentato una quota maggiore dei ricavi totali rispetto al 2022, anche se po di più (17,8% contro 17,5%).

I punti salienti dei risultati del rapporto includono anche rilevazioni sui consumi: le persone interagiscono con la musica più che mai, dedicando all’ascolto una media di 20,7 ore settimanali diversificando i propri metodi di coinvolgimento musicale. In media, le persone utilizzano più di sette metodi diversi per interagire con la musica, come lo streaming, l’ascolto della radio, guardare concerti dal vivo e acquistare musica.

C’è una maggiore consapevolezza dell’intelligenza artificiale tra gli appassionati di musica, con il 79% che concorda sul fatto che la creatività umana è indispensabile nella creazione musicale, mentre il 74% di coloro che sono consapevoli delle capacità musicali dell’IA ritiene che non dovrebbe essere utilizzata per clonare o impersonare artisti senza autorizzazione.

Il pop rimane il genere più popolare a livello globale. In media, i fan di tutto il mondo esplorano più di otto generi musicali diversi.

La musica ha anche un significato immenso per la salute e il benessere mentale, con il 71% degli intervistati che ne afferma l’importanza e il 78% che ne sottolinea il ruolo nel rilassamento e nella gestione dello stress.

Puoi scaricare il rapporto completo qui.

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