Come hanno sostenuto Slavoj Žižek e altri, le sequenze disegnate da Saul Bass per i titoli della trilogia non ufficiale dei capolavori di Alfred Hitchcock – Vertigo (1958), North by Northwest (1959) e Psycho (1960) – annunciano i motivi visivi dei vari film e suggeriscono le loro basi psicologiche. Le linee spezzate in Psycho riecheggiano nei tagli del coltello dell’assassino e nel percorso spezzato dal Bates Motel al vecchio cottage vittoriano in cui vive Norman, presumibilmente con sua madre. La griglia in North by Northwest (in Italia, Intrigo internazionale) imita i grattacieli di Manhattan. Le spirali che aprono Vertigo (in Italia, La donna che visse due volte) suggeriscono le strade della collinosa San Francisco attraverso le quali Scotty insegue Madeline, il tocco dei suoi capelli, la scala che fa esplodere la sua “vertigine” che dà il titolo al film.
Ogni sequenza dei titoli di testa è ripresa dalla colonna sonora di ciascun film, tutti composti da Bernard Herrmann. Il tema di Psycho è il famoso staccato ì-ì-ì-ì-ì (lo staccato è una articolazione musicale in cui due o più note sono suonate separatamente, in modo da differenziarle). North by Northwest è impostato su un’orchestra pulsante. E per Vertigo, Hermann utilizzò la frase musicale più famosa del Liebestod, la drammatica aria finale dell’opera Tristano e Isotta di Richard Wagner: una sequenza in ascesa e caduta che non riesce mai a risolversi da sola.
Tutto ciò suggerisce che Hitchcock, di cui si parlava come un vero tiranno, era in realtà anche uno dei più astuti e geniali registi del ventesimo secolo.
Per i titoli di Vertigo, Hitchcock aveva anche un altro collaboratore: John Whitney. È considerato un pioniere dell’animazione al computer: lavorò in televisione dagli anni ’50 ai ’70 e creò alcune delle prime opere digitali. Whitney era stato ingaggiato per eseguire il compito apparentemente impossibile di trasformare i complicati disegni di Bass per Vertigo in immagini in movimento. Era necessario un meccanismo in grado di tracciare le forme volute da Bass, che erano basate su grafici di equazioni parametriche del matematico Jules Lissajous; tracciarli con precisione, invece di disegnarli a mano libera, richiedeva il movimento di un pendolo collegato al movimento di un animation stand, ma allora non esisteva nessun animation stand in grado di modulare un movimento continuo senza che i suoi cablaggi interni si aggrovigliassero.
Per risolvere questo problema, Whitney si servì di un enorme e obsoleto computer militare chiamato The M5 gun director. L’M5 era un cannone usato durante la seconda guerra mondiale come anti-aerei e contro bersagli mobili. Ci volevano cinque uomini per farlo funzionare sul campo di battaglia, ciascuno si occupava di una variabile, come l’altitudine del piano in arrivo, la sua velocità, ecc.
Whitney si rese conto che l’M5 poteva ruotare all’infinito e in perfetta sincronizzazione con l’oscillazione di un pendolo. Mise i suoi rodovetri sulla piattaforma che reggeva il computer e sopra di essi sospese un pendolo dal soffitto che conteneva una penna collegata a un serbatoio di vernice pressurizzata alto poco più di 7 metri. Il movimento del pendolo collegato alla rotazione dell’M5 produsse i disegni a spirale usati nella sequenza di apertura di Vertigo.
La M5 gun director pesava oltre 380Kg e aveva 11.000 componenti, ma il suo movimento era dettato dall’esecuzione di equazioni matematiche. Il lavoro di Whitney sulla sequenza di apertura di Vertigo potrebbe essere considerato il primo esempio di grafica computerizzata in pellicola e un intelligente deturpamento di un pezzo di artiglieria militare.